Tatto.
Toccami senza pudore e tutto andrà liscio, anche le cose più nodose. Fin dall'inizio io ti sono intima: mi soffi leggera e invisibile nelle vie respiratorie, mi pompi rossa e coagulante nei vasi sanguigni. Prendimi per quella che sono: una puttana fino all'ultimo all'oscuro di tutto, che per causa cromosomica è chiamata a darsi per prima a tutti quelli che vengono alla luce. Con me non sempre andrai sul velluto: a volte sarò accidentata. Quindi, non fare oltremodo il cortese, ma non essere soprattutto superficiale. Accarezzami con pruriginosa devozione. Le tue toccatine su ogni forma che via via assumerò – concava, rigonfia, sporgente, sinuosa – saranno per te licenziose toccasana. Ciò ti toccherà nel profondo. E al momento, afferrami con tutte le tue forze quando senti che mi sto per lasciare andare. A te, come a tutti, prima o poi vi tocca. Ma tu resisti, opponiti, non mollare. E io farò in modo che all'interrompere del nostro fisiologico contatto non mi manchi il tatto.
Trapasso.
Ci sono le nuvole, non le perturbazioni. L'amore, ma non per le facili unioni. C'è tanto, tanto spazio – e la Terra? C'è la pace, ma non quella che viene dopo la guerra. L'umanità – alla fine – è durata più della carnalità. E l'età ha perso il suo peso nella dieta dell'eternità. Quanto a me, che dire, continuo a girare e, come sapete, senza un orizzonte su cui poter contare. Il vostro futuro ora è in mani gemelle. Il mio, sarà ancora tra le stelle.
L'addizionario.
Tra tante parole, una parola ogni tanto.